Progetto R.O.S.A.

Se ci guardiamo intorno, troviamo moltissime realtà (Fondazioni, Associazioni, Centri, Cooperative) che accompagnano, sostengono, accolgono e raggruppano soggetti e familiari di soggetti affetti da patologie particolari, ma poco vediamo a sostegno di coloro che sono affetti da patologie croniche, magari non devastanti, non invalidanti, ma proprio per la loro cronicità, psicologicamente difficili da sostenere sia nel proprio vissuto che in quello familiare.
Quando parliamo di malato cronico, ci riferiamo a tutte quelle patologie, presenti in ogni branca della medicina, che costringono il soggetto a terapie e controlli medici continui e che comportano modificazioni nella vita lavorativa, affettiva e di relazione. Il percorso che il malato cronico sostiene con operatori professionalmente preparati individuati dalla Fondazione, mira a condurlo ad un benessere psicofisico che lo aiuterà nell’accettazione della cronicità della malattia, nella costruzione di relazioni migliori con l’ambiente che lo circonda, nella convivenza con il proprio disagio e nella non identificazione con la malattia.

R.O.S.A. si propone come anello di congiunzione tra la pratica medica ed il paziente per riabilitare, orientare, sostenere e accompagnare il paziente cronico con un percorso individuale, di gruppo o con il gruppo familiare, atto a ristabilire un buon equilibrio psicologico attraverso l’accoglienza e la pratica di attività quali il massaggio craniosacrale, la musicoterapia, lo shiatsu, lo yoga, la riflessologia plantare, le tecniche di rilassamento corporeo, la floriterapia, ecc.

In conclusione, la Fondazione Brambilla Pisoni ONLUS si propone di essere sinergica con i medici e le strutture sanitarie offrendo personale qualificato con il fine comune di costituire dei centri mirati al miglioramento della qualità di vita nel lungo percorso della malattia cronica.
Difficile è convivere con la farmacologia quotidiana, con un doloro, magari sordo, ma costante con un disagio di “diverso” che accompagna ogni attivo, si alterano l’umore, la qualità di vita e, di conseguenza, anche l’ambiente intorno al malato cronico.